Nuovo Ponte di Genova
In seguito alla tragedia del crollo del ponte “Ing. Morandi” di Genova, ci siamo sentiti in obbligo elaborare una proposta, un progetto con tutto time di lavoro, che a mio avviso rispetto le proposte viste potrebbe dare un bel contributo al nostro paese e al dibattito che da tempo si sviluppa all’interno delle facoltà di architettura e nelle esperienze della contemporaneità che indagano il rapporto tra infrastrutture, città, territorio e l’abitare consapevole.
Genova ha subito una ferita e ha bisogno di un nuovo pezzo di città, e la dove ci sono criticità, si mascherano le migliori potenzialità per un nuovo sviluppo, consapevole e contemporaneo.
La nuova infrastruttura non si sostituisce banalmente alla precedente ma rilancia, ridefinendosi come servizio integrato per essere “abitato”, vissuto, percorso, per produrre energia e definire un luogo. Senza gli spazi indefiniti tipici dei “sottoponti”.
Le strade concepite per il mero trasporto, sono ormai cosa "vecchia". È ora che si inizi a pensare con sistemi integrati per le nostre aree urbane (dove meglio del caso Genova) ne hanno estremo bisogno.
Basta serpenti autoreferenziali destinati alla velocità!
Ora occorre progettare con lo sguardo rivolto al futuro.
Basta Formalismi di chiglie, vele, pennacchi e ingegneria auto celebrativa, servono luoghi dell’abitare, del fare della memoria, reali, da vivere e che producono energia senza occupare nuovo suolo, ma utilizzano quanto già fatto.
Quali sono i pregi della proposta ?
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10.000 mq di pannelli solari pari ad un’energia per 600 famiglie/anno. Ricariche e-bike, auto elettriche;
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65.000 di slp potenziale commerciale, tempo libero o polo risviluppo tecnologico (KM Rosso a Bergamo)http://www.kilometrorosso.com/;
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Sede stradale a 6 corsie con corsia di emergenza;
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Nuova via pedonale panoramica;
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Nuove Piste ciclabili panoramiche;
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Nuovo pezzo di città Orizzontale;
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Nuovo punto di interscambio gomma/ rotaia/ bici/ bus;
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Parcheggio multipiano integrato;
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Tra, credo 50 anni atterreranno i droni con persone a bordo, vedi Londra che stanno attuando dei collaudi per il sevizio taxi https://www.corriere.it/esteri/18_settembre_11/i-taxi-inglesi-ora-volano-come-droni-b37d74d2-b605-11e8-ab7a-628da4bad542.shtml ;
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HUB di interscambio tra il generale ed il locale.
Come si costruisce?
Attraverso un Modulo reticolare prefabbricato in acciaio un cubo a struttura a traliccio in “corten” 550×550 che ingabbia la struttura esistente che non deve essere demolita (se non per le sole cime dei piloni).
Integrazione con le case esistenti dove potrebbero essere ricollocati i collegamenti verticali e non demolite!
Integrazione e flessibilità con le industrie, con la ferrovia (potremmo fare addirittura una stazione passante)
Velocità e semplicità di realizzazione sono i paradigmi di tutta la costruzione .
Chi lo costruisce?
Noi Italiani, con la rete delle competenze di ciascuno.
1° FASE
La struttura che ingabbia il tutto e che velocemente, senza demolire nulla mette in sicurezza e permette il veloce ripristino dell’impalcato; che dovrebbe essere realizzata/gestita da un unico ente.
2° FASE
Con dei Concorsi pubblici di progettazione per gli ambienti, e gli spazi che si andranno a collocare all'interno della griglia spaziale precedentemente costruita e che definisce l’ossatura, lo scheletro portante del nuovo sistema. Quindi dei veri ambienti nuovi, anche finanziati dai privati che si articolano al loro interno con servizi commerciali, terziario avanzato, ricerca e sviluppo, aree ludiche ristori, bar... tutto da proporre e pensare;
3° FASE
Abitare il Ponte con la vita dei cittadini e di una nuova realtà, dinamica integrata e articolata alle diverse scale urbane e sociali.
Si può pensare anche al gioco, all cultura, a spazi dinamici e flessibili; mostre, attività sportive, palestre di arrampicata, e perché no bungee jumping... Un mondo da costruire.
Basta solo la VOGLIA ed il CORAGGIO ad accogliere un pensiero divergente! O forse talmente semplice e adeguato che non siamo più abituati ad avere.